Il concorso tematico sul'Educazione Ambientale
Categoria:
EDUCATIONAL
Suitable to:
Istituti scolastici
Inizio: 01/10/2019 Fine: 31/10/2019
Negli ultimi anni si parla sempre più spesso delle energie rinnovabili: questo tema rappresenta uno dei punti di maggior interesse a livello internazionale ed il motivo è piuttosto semplice. Le fonti non rinnovabili, infatti, ancora utilizzate in modo massiccio, sono destinate ad esaurirsi e questo è un vero problema perchè ad oggi sarebbe impossibile sostituirle tutte con risorse alternative. Alcune fonti non rinnovabili si esauriranno molto prima di quanto possiamo immaginare: secondo una recente stima, il petrolio non sarà più disponibile già nel 2050 e se pensiamo che è una delle maggiori materie prime impiegate per alimentare industrie e automobili dovremmo davvero preoccuparci.
In realtà, l’impiego così massiccio delle fonti non rinnovabili dovrebbe farci preoccupare sin da ora: questi combustibili infatti costituiscono un enorme pericolo non solo per l’ambiente ma anche per la nostra salute. Ma quali sono le fonti non rinnovabili delle quali dovremmo preoccuparci? Vediamole una ad una.
Tra le fonti non rinnovabili più utilizzate e pericolose per l’ambiente e la nostra salute troviamo i combustibili fossili: petrolio, carbone e gas naturale sono tutti dannosi e destinati ad esaurirsi molto presto.
PETROLIO: cos’è, come viene estratto e perchè è importante
Ormai sappiamo tutti cosa sia il petrolio, ma non tutti sanno come venga estratto e raffinato questo liquido altamente infiammabile e altrettanto inquinante. Vediamo più da vicino come funziona l’intero processo che fa arrivare a noi il petrolio come combustibile, e scopriamo insieme perchè l’oro nero è così importante.
Il termine petrolio deriva dal latino e significa etimologicamente “olio di roccia”: si tratta di un combustibile che viene estratto per lo più da giacimenti che si trovano negli strati superiori della crosta terrestre. In quanto combustibile, il petrolio è composto principalmente da idrocarburi (idrogeno e carbonio) e da altre sostanze che vengono definite impurità (come lo zolfo) e che non sono utili alla combustione.
Il petrolio non viene utilizzato puro, ma deve essere trasformato: è quindi la materia prima dalla quale si ricavano altri combustibili quali la benzina, il gpl, il gasolio, il cherosene e via dicendo.
Come viene estratto il petrolio
Il petrolio viene estratto con appositi impianti detti pozzi petroliferi, composti da una pompa meccanica e da un foro nel sottosuolo. I pozzi petroliferi possono essere di mare o di terra, ma il principio di funzionamento è il medesimo: viene effettuato un foro nel sottosuolo e viene estratto il petrolio.
Naturalmente, una volta che la materia prima viene estratta, viene portata nelle raffinerie: è qui che vengono prodotti gli idrocarburi impiegati in moltissimi settori.
I Paesi produttori di Petrolio
Attualmente, i maggiori Paesi produttori di Petrolio sono: Russia, Arabia Saudita, Stati Uniti, Iraq, Cina, Canada e Iran. Tali Paesi naturalmente destinano gli idrocarburi prodotti in parte alla propria economia interna e in parte alla vendita: il petrolio è diventato una risorsa fondamentale e non è un caso se negli anni moltissime guerre sono state determinate proprio da questo fattore.
Tra i Paesi che invece consumano maggiori quantità di petrolio troviamo gli Stati Uniti in prima linea, seguiti da Cina, Giappone, India, Russia, Brasile, Emirati Arabi Uniti, Canada e Germania.
Perchè il petrolio è importante?
Come abbiamo appena accennato, il petrolio è stato la causa scatenante molte guerre: questa materia prima ha infatti un’importanza fondamentale perchè viene utilizzata per alimentare praticamente tutti i veicoli che circolano sulla Terra. Il problema è che si tratta di una risorsa limitata e si teme che presto le risorse di petrolio esauriscano: per questa ragione i Paesi sviluppati cercano di appropriarsi dei giacimenti petroliferi sparsi sulla Terra e soprattutto nei mari. Anche se forse, a ben vedere, sarebbe meglio indirizzarsi verso altre fonti di energia alternative e, perchè no, magari anche rinnovabili!
Il problema dell’inquinamento
Un problema legato al petrolio, risorsa che come abbiamo visto ricopre un ruolo cruciale per tutti i Paesi, è anche quello dell’inquinamento. Sia dai pozzi petroliferi che dalle raffinerie infatti derivano emissioni altamente nocive, sia per l’ecosistema marino che per la nostra stessa esistenza. I pozzi petroliferi, con il tempo, presentano inevitabilmente dei cedimenti strutturali e questo si traduce in perdite di inquinanti all’interno dei mari. Dalle raffinerie invece vengono liberati gas serra e altri inquinanti che potrebbero compromettere la nostra stessa salute. Ne vale veramente la pena?
Il carbone è un combustibile fossile come il petrolio, largamente utilizzato per alimentare le industrie ma altamente nocivo ed inquinante. Le emissioni nocive sprigionate a causa dell’utilizzo di questo combustibile sono infatti tra le più pericolose in assoluto, sia per la nostra salute che per l’ambiente in cui viviamo.
Cos’è il carbone e dove si trova?
Il carbone è un combustibile fossile pronto all’utilizzo: composto principalmente da carbonio, altri minerali a base di zolfo e tracce di idrocarburi, questo materiale ha iniziato a trovare impiego come combustibile sin dalla Rivoluzione Industriale. Da quel momento in poi, viste le grandi quantità di carbone che si possono trovare già pronte all’uso in natura, questo combustibile è diventato indispensabile e ad oggi è il combustibile fossile più utilizzato dopo il petrolio.
Il carbone si trova nel sottosuolo, a diversi metri di profondità, e viene estratto dalle miniere: si tratta di una materia prima che si trova in abbondanza ed è anche per questo motivo che è stata da subito impiegata in modo massiccio.
Purtroppo però, quando viene impiegato come combustibile, il carbone sprigiona nell’aria un’elevatissima percentuale di gas serra (tra cui anidride carbonica) che come abbiamo già visto costituisce la prima fonte di inquinamento ambientale.
Le emissioni di Co2 provocate dal carbone
Come abbiamo detto, il carbone è un combustibile presente in grandi quantità nel sottosuolo: questo è un problema perchè, se confrontato con il petrolio o con il gas naturale, la combustione di questo materiale determina un inquinamento atmosferico decisamente maggiore. A parità di energia ottenuta, infatti, le emissioni di anidride carbonica sprigionate dal carbone sono il 30% in più di quelle sprigionate dalla combustione del petrolio e addirittura il 70% in più del gas naturale (come il metano).
4 anni fa, sul totale delle emissioni di co2 nell’atmosfera, il 46% sono state causate dalla combustione del carbone e questo è un dato allarmante se pensiamo alle conseguenze ambientali (Effetto Serra, Piogge Acide, Riscaldamento Globale e via dicendo).
I danni per la salute umana
L’impiego di questo combustibile fossile determina anche un livello di pericolosità molto alto per la salute umana: attraverso il processo di combustione vengono infatti sprigionate nell’aria polveri sottili che sono in grado di penetrare in profondità nei polmoni ed entrare in circolo nel sangue. Le conseguenze possono essere gravissime: attacco cardiaco, cancro ai polmoni, problemi respiratori di varia natura sono strettamente collegati all’inquinamento prodotto dalla combustione di questo materiale. Per non parlare di tutti i metalli pesanti tossici che vengono sprigionati nell’aria: mercurio, piombo, arsenico sono emessi dalle centrali a carbone e vengono inevitabilmente respirati da tutta la popolazione.